Relazione Lala Congresso SUMAI Catania 10 ottobre 2013
Disposizioni del Direttore Generale per acquisto apparecchiature nei Poliambulatori ASP.
Estratto conto integrato EMPAM
Gentile
grazie alla collaborazione di tutti gli Enti previdenziali è stata costituita l’anagrafe generale delle posizioni assicurative degli iscritti alle forme di previdenza obbligatoria denominata Casellario Centrale delle Posizioni Previdenziali Attive (Legge n° 243/2004). L’anagrafe rappresenta l’archivio informatico che raccoglie per ciascun lavoratore i periodi contributivi, obbligatori, facoltativi e/o volontari.
Protocollo intesa ASP -AO – Ordine Medici
Sumai – Codacons: convenzione per pronto soccorso legale.
Un “Pronto soccorso legale” è disponibile per i medici del Sumai-Assoprof, in seguito ad un accordo tra il Sumai ed il Codacons.
Mozione finale del 45° Congresso Nazionale SUMAI riunita a Treviso dal 15 al 19 ottobre 2012
L’Assemblea del 45° Congresso Nazionale SUMAI riunita a Treviso
dal 15 al 19 ottobre 2012
UDITA
la relazione del Segretario Generale
L’APPROVA E IMPEGNA
la Segreteria Nazionale a:
1- partecipare alle trattative per la revisione degli ACN come previsto dalla Legge Balduzzi privilegiando l’aggiornamento e la semplificazione della componente normativa che tenga conto delle esigenze della sanità territoriale per precisare organizzazione, funzioni e compiti nelle Aggregazioni Funzionali Territoriali riesaminando altresì l’attuale regime di incompatibilità;
2- promuovere tra gli iscritti più giovani la cultura dell’impegno sindacale per assicurare il necessario ricambio generazionale;
3- partecipare a tutte le iniziative per la difesa della professione e del SSN contro i tagli lineari dell’assistenza, contro il precariato ed i contratti anomali di lavoro dei medici chirurghi ed odontoiatri, dei medici veterinari e dei professionisti promovendo tutte le iniziative anche in sede intersindacale per la piena riuscita delle manifestazioni proposte per il raggiungimento degli obiettivi;
4- vigilare, tramite i nostri rappresentanti, sul fondo previdenziale degli specialisti ambulatoriali promuovendo altresì modifiche dello statuto della Fondazione ENPAM che garantiscano la presenza di rappresentanza diretta degli iscritti ai Fondi negli Organi di Gestione;
5- adoperarsi per tutelare il monte ore dei colleghi che svolgono attività specialistiche e medico-legali all’INAIL in previsione di una implementazione di tali attività per l’attuazione del nuovo “Modello Sanitario” già proposto dal Consiglio di Indirizzo e Vigilanza dell’Istituto sin dall’agosto 2011.
6- vigilare sulla salvaguardia della funzione e del ruolo all’interno delle strutture del SSN, dei medici specialisti e generici ambulatoriali che transiteranno dal SASN alle Regioni; operare altresì affinchè si giunga al più presto, ad una rivisitazione degli ACN con l’adeguamento dei modelli organizzativi, anche alla luce dell’imminente trasferimento delle funzioni del SASN alle Regioni;
7- valorizzare nei nuovi accordi nazionali le specificità proprie dei settori della medicina veterinaria per l’omogenea applicazione delle norme contrattuali e per le particolari caratteristiche di ognuna delle attività specifiche di categoria;
8- sostenere la richiesta dell’Area degli Psicologi Convenzionati di ingresso nell’ENPAM al fine di garantire una maggiore integrazione della categoria e di una migliore prospettiva previdenziale nonchè l’inserimento nelle AFT e la promozione di una adeguata presenza nei servizi territoriali;
9- adoperarsi per l’inserimento dei Biologi nelle Aggregazioni Funzionali Specialistiche in tutte le strutture operative e vigilare sul mantenimento dei livelli occupazionali dell’ACN in relazione agli interventi governativi di contenimento della spesa sanitaria;
10- incrementare l’impegno di tutti i quadri sindacali per una crescita del Settore della Dipendenza al fine di poter adeguatamente tutelare la categoria dei Dirigenti Medici che operano nel territorio; tutelare altresì i medici dipendenti che hanno optato per il mantenimento della posizione previdenziale all’interno dell’ENPAM, attesa la specificità del Settore;
11- seguire con attenzione le nuove tematiche organizzative della Medicina Generale e dell’integrazione con la Specialistica Ambulatoriale e con le altre figure socio-sanitarie del territorio.
ESTRATTI DELLA RELAZIONE DEL SEGRETARIO SUMAI LALA AL CONGRESSO NAZIONALE 2012
Treviso, 18 ottobre
Da uno spot sulla malasanità, che invita i cittadini a denunciare gli errori di cui si sentono vittime, “la televisione pubblica guadagna pochi spiccioli a fronte di un danno prodotto al servizio sanitario che può arrivare fino a 12 miliardi l’anno, il 10% della spesa sanitaria complessiva”. E’ l’allarme lanciato da Roberto Lala, segretario nazionale del Sumai, sindacato degli specialisti ambulatoriali, nella sua relazione al congresso dell’associazione sindacale, in corso a Treviso.
La medicina difensiva, spiega Lala, è “un fenomeno in crescita nel nostro Paese, come risposta all’aumento del contenzioso medico legale nei tribunali, fomentato ad arte da sedicenti associazioni, recentemente approdate anche alla pubblicità sulle reti Rai”, dice Lala rivolgendosi a Regioni e Governo.
“L’istigazione al risarcimento – continua il sindacalista – colpisce il cuore del sistema sanitario, pubblico o privato che sia, determinando grave incertezza dei professionisti con conseguente aumento della medicina difensiva e quindi dispendio di preziose risorse”. Ed è perversa “la logica che spinge una rete nazionale ad autorizzare una pubblicità che, a fronte di modeste entrate, può produrre danni economici di entità enorme alle aziende sanitarie”.
Non a caso, visto “il lievitare dei costi delle polizze, molte aziende hanno adottato il principio dell’autoassicurazione risarcendo il danno in proprio. Ci sono stime che riportano in questa categoria ‘difensiva’ prestazioni e prescrizioni pari a circa il 10% della spesa sanitaria, ovvero tra i 10 e i 12 miliardi all’anno. E’ evidente che siamo di fronte a qualcosa rispetto al quale non si può stare fermi, né tanto meno si può pensare di scaricare tutta la responsabilità sulle spalle del singolo professionista”.
Il decreto Balduzzi, al rush finale in Aula alla Camera, sulla responsabilità dei professionisti sanitari “è un primo passo, poiché esclude la colpa lieve e avvia la creazione di un fondo che tuteli i professionisti più esposti. L’abbiamo accolto positivamente, pur sapendo che abbiamo ancora una lunga strada da compiere, sul piano normativo e culturale, per riaffermare positivamente il rapporto di fiducia tra medici e cittadini, che impedisca di disperdere in ambito legale risorse importanti”, conclude Lala.
Sono gli acquisti di beni e servizi la maggiore fonte di spreco del sistema pubblico. Lo sottolinea il segretario nazionale del Sumai, il sindacato degli specialisti ambulatoriali, nella sua relazione al 45esimo congresso dell’associazione di categoria, in corso a Treviso “Come si può tollerare – si chiede Lala – che fiumi di denaro vengano utilizzati per il recupero o l’acquisto di beni immobili o apparecchiature a costi iperbolici, destinati tra l’altro – ed è la cosa più grave – a lievitare per compensare il programmatico ritardo nei pagamenti? Non credo si debba essere esperti in alta finanza per capire che questo è un sistema che crea indebitamento, spreco di denaro e cattivi servizi in una spirale senza fine”.
“Come mai – si domanda ancora Lala – Governi di diverso colore politico, e ancor più esecutivi tecnici di indiscutibili capacità, tanto si preoccupano di tagliare la spesa destinata all’erogazione di assistenza, ma non assumono mai decisioni concrete capaci di controllare questi sprechi? Come mai il rigore tanto invocato si interessa del taglio dei Lea e dei posti letto, ma non dimostra la dovuta attenzione su evidenti e continui sprechi, molto spesso causa di inchieste della magistratura?”. La sanità, ha ricordato il leader sindacale, “non è solo una voce della spesa pubblica, ma anche un forte volano economico, che conta su una filiera lunghissima, che va dalla ricerca alla cura, alla logistica e ai servizi. Una filiera che certamente va controllata per evitare sprechi, ma che attiva una serie infinita di attività professionali e produttive, gran parte delle quali hanno un altissimo contenuto in termini di conoscenza, che moltiplica il valore degli investimenti e le potenzialità di sviluppo”.
Il problema sta “nel rendere la sanità pubblica davvero efficiente e funzionale, perché possa allo stesso tempo dare il massimo delle risposte ai cittadini, offrire il giusto riconoscimento ai professionisti e ridurre gli sprechi. Un risultato che si può ottenere solo se tutti gli attori sono messi in condizioni di lavorare e, contemporaneamente, se tutti gli attori – e quando dico tutti intendo con grande chiarezza anche coloro che amministrano le risorse economiche – sono messi sotto controllo”.
Art. 70 del Codice di Deontologia Medica
FEDERAZIONE NAZIONALE DEGLI ORDINI
DEI MEDICI CHIRURGHI E DEGLI ODONTOIATRI
CODICE DI DEONTOLOGIA MEDICA
TITOLO VI
RAPPORTI CON IL SERVIZIO SANITARIO NAZIONALE
E CON ENTI PUBBLICI E PRIVATI
CAPO I
Obblighi deontologici del medico a rapporto di impiego o convenzionato.
Art. 68
– Medico dipendente o convenzionato –
Il medico che presta la propria opera a rapporto d’impiego o di convenzione, nell’ambito di strutture sanitarie pubbliche o private, è soggetto alla potestà disciplinare dell’Ordine anche in riferimento agli obblighi connessi al rapporto di impiego o convenzionale.
Il medico dipendente o convenzionato con le strutture pubbliche e/o private non può in alcun modo adottare comportamenti che possano indebitamente favorire la propria attività libero-professionale.
Il medico qualora si verifichi contrasto tra le norme deontologiche e quelle proprie dell’ente,
pubblico o privato, per cui presta la propria attività professionale, deve chiedere l’intervento
dell’Ordine, onde siano salvaguardati i diritti propri e dei cittadini.
In attesa della composizione della vertenza egli deve assicurare il servizio, salvo i casi di grave
violazione dei diritti e dei valori umani delle persone a lui affidate e della dignità, libertà e
indipendenza della propria attività professionale.
Art. 69
– Direzione sanitaria –
Il medico che svolge funzioni di direzione sanitaria nelle strutture pubbliche o private ovvero di
responsabile sanitario in una struttura privata deve garantire, nell’espletamento della sua attività, il
rispetto delle norme del Codice di Deontologia Medica e la difesa dell’autonomia e della dignità
professionale all’interno della struttura in cui opera.
Egli comunica all’Ordine il proprio incarico e collabora con l’Ordine professionale, competente per
territorio, nei compiti di vigilanza sulla collegialità nei rapporti con e tra medici per la correttezza
delle prestazioni professionali nell’interesse dei cittadini.
Egli, altresì, deve vigilare sulla correttezza del materiale informativo attinente alla organizzazione e
alle prestazioni erogate dalla struttura.
Egli, infine vigila perché nelle strutture sanitarie non si manifestino atteggiamenti vessatori nei
confronti dei colleghi.
Art. 70
– Qualità delle prestazioni –
Il medico dipendente o convenzionato deve esigere da parte della struttura in cui opera ogni
garanzia affinché le modalità del suo impegno non incidano negativamente sulla qualità e l’equità
delle prestazioni nonché sul rispetto delle norme deontologiche. Il medico deve altresì esigere che
gli ambienti di lavoro siano decorosi e adeguatamente attrezzati nel rispetto dei requisiti previsti
dalla normativa compresi quelli di sicurezza ambientale.
Il medico non deve assumere impegni professionali che comportino eccessi di prestazioni tali da
pregiudicare la qualità della sua opera professionale e la sicurezza del malato.
SUMAI, norma su generici ostacolo ad azione prescrittiva medici
Roma, 31 lug. (Adnkronos Salute)
“Il Sumai-Assoprof sottoscrive e ribadisce quanto già affermato da altre sigle sindacali e giudica negativamente, anche con le ultime modifiche approntate, l’emendamento sul vincolo di prescrizione del principio attivo”. Lo afferma il segretario nazionale del Sumai-Assoprof, Roberto Lala, riguardo la norma contenuta nel decreto sulla spending review che obbliga i medici ad indicare sulla ricetta il principio attivo.
“Il nostro sindacato – sottolinea in una nota Lala – non ritiene accettabile che in una materia così sensibile come quella che attiene la prescrizione medica si siano prese decisioni senza nemmeno preoccuparsi di attivare un confronto con i professionisti. La misura anche nella sua ultima modifica, rappresenta oltre che un aggravio dei compiti del medico, anche una indiscussa invasione di campo nelle scelte terapeutiche, ponendosi di fatto come un ostacolo all’azione prescrittiva”.
Secondo Lala, “per queste ragioni, insieme a quanto dichiarato da altre organizzazioni sindacali, ribadiamo il nostro dissenso rispetto alla misura e auspichiamo che si possa in tempi brevi ridefinire questa norma che rischia di creare solo disagi a medici e pazienti. Ribadiamo, non vi è nessun pregiudizio rispetto allo sviluppo del farmaco generico, ma non crediamo che questo emendamento vada nella direzione auspicata dai relatori”.