Mozione finale del 45° Congresso Nazionale SUMAI riunita a Treviso dal 15 al 19 ottobre 2012

L’Assemblea del 45° Congresso Nazionale SUMAI riunita a Treviso

dal 15 al 19 ottobre 2012

UDITA

la relazione del Segretario Generale

 

L’APPROVA E IMPEGNA

 

la Segreteria Nazionale a:

 

1- partecipare alle trattative per la revisione degli ACN come previsto dalla Legge Balduzzi privilegiando l’aggiornamento e la semplificazione della componente normativa che tenga conto delle esigenze della sanità territoriale per precisare organizzazione, funzioni e compiti nelle Aggregazioni Funzionali Territoriali riesaminando altresì l’attuale regime di incompatibilità;

2- promuovere tra gli iscritti più giovani la cultura dell’impegno sindacale per assicurare il necessario ricambio generazionale;

3- partecipare a tutte le iniziative per la difesa della professione e del SSN contro i tagli lineari dell’assistenza, contro il precariato ed i contratti anomali di lavoro dei medici chirurghi ed odontoiatri, dei medici veterinari e dei professionisti promovendo tutte le iniziative anche in sede intersindacale per la piena riuscita delle manifestazioni proposte per il raggiungimento degli obiettivi;

4- vigilare, tramite i nostri rappresentanti, sul fondo previdenziale degli specialisti ambulatoriali promuovendo altresì modifiche dello statuto della Fondazione ENPAM che garantiscano la presenza di rappresentanza diretta degli iscritti ai Fondi negli Organi di Gestione;

5- adoperarsi per tutelare il monte ore dei colleghi che svolgono attività specialistiche e medico-legali all’INAIL in previsione di una implementazione di tali attività per l’attuazione del nuovo “Modello Sanitario” già proposto dal Consiglio di Indirizzo e Vigilanza dell’Istituto sin dall’agosto 2011.

6- vigilare sulla salvaguardia della funzione e del ruolo all’interno delle strutture del SSN, dei medici specialisti e generici ambulatoriali che transiteranno dal SASN alle Regioni; operare altresì affinchè si giunga al più presto, ad una rivisitazione degli ACN con l’adeguamento dei modelli organizzativi, anche alla luce dell’imminente trasferimento delle funzioni del SASN alle Regioni;

7- valorizzare nei nuovi accordi nazionali le specificità proprie dei settori della medicina veterinaria per l’omogenea applicazione delle norme contrattuali e per le particolari caratteristiche di ognuna delle attività specifiche di categoria;

8- sostenere la richiesta dell’Area degli Psicologi Convenzionati di ingresso nell’ENPAM al fine di garantire una maggiore integrazione della categoria e di una migliore prospettiva previdenziale nonchè l’inserimento nelle AFT e la promozione di una adeguata presenza nei servizi territoriali;

9- adoperarsi per l’inserimento dei Biologi nelle Aggregazioni Funzionali Specialistiche in tutte le strutture operative e vigilare sul mantenimento dei livelli occupazionali dell’ACN in relazione agli interventi governativi di contenimento della spesa sanitaria;

10- incrementare l’impegno di tutti i quadri sindacali per una crescita del Settore della Dipendenza al fine di poter adeguatamente tutelare la categoria dei Dirigenti Medici che operano nel territorio; tutelare altresì i medici dipendenti che hanno optato per il mantenimento della posizione previdenziale all’interno dell’ENPAM, attesa la specificità del Settore;

11- seguire con attenzione le nuove tematiche organizzative della Medicina Generale e dell’integrazione con la Specialistica Ambulatoriale e con le altre figure socio-sanitarie del territorio.

ESTRATTI DELLA RELAZIONE DEL SEGRETARIO SUMAI LALA AL CONGRESSO NAZIONALE 2012

Treviso, 18 ottobre

 Da uno spot sulla malasanità, che invita i cittadini a denunciare gli errori di cui si sentono vittime, “la televisione pubblica guadagna pochi spiccioli a fronte di un danno prodotto al servizio sanitario che può arrivare fino a 12 miliardi l’anno, il 10% della spesa sanitaria complessiva”. E’ l’allarme lanciato da Roberto Lala, segretario nazionale del Sumai, sindacato degli specialisti ambulatoriali, nella sua relazione al congresso dell’associazione sindacale, in corso a Treviso.

La medicina difensiva, spiega Lala, è “un fenomeno in crescita nel nostro Paese, come risposta all’aumento del contenzioso medico legale nei tribunali, fomentato ad arte da sedicenti associazioni, recentemente approdate anche alla pubblicità sulle reti Rai”, dice Lala rivolgendosi a Regioni e Governo.

“L’istigazione al risarcimento – continua il sindacalista – colpisce il cuore del sistema sanitario, pubblico o privato che sia, determinando grave incertezza dei professionisti con conseguente aumento della medicina difensiva e quindi dispendio di preziose risorse”. Ed è perversa “la logica che spinge una rete nazionale ad autorizzare una pubblicità che, a fronte di modeste entrate, può produrre danni economici di entità enorme alle aziende sanitarie”.

Non a caso, visto “il lievitare dei costi delle polizze, molte aziende hanno adottato il principio dell’autoassicurazione risarcendo il danno in proprio. Ci sono stime che riportano in questa categoria ‘difensiva’ prestazioni e prescrizioni pari a circa il 10% della spesa sanitaria, ovvero tra i 10 e i 12 miliardi all’anno. E’ evidente che siamo di fronte a qualcosa rispetto al quale non si può stare fermi, né tanto meno si può pensare di scaricare tutta la responsabilità sulle spalle del singolo professionista”.

Il decreto Balduzzi, al rush finale in Aula alla Camera, sulla responsabilità dei professionisti sanitari “è un primo passo, poiché esclude la colpa lieve e avvia la creazione di un fondo che tuteli i professionisti più esposti. L’abbiamo accolto positivamente, pur sapendo che abbiamo ancora una lunga strada da compiere, sul piano normativo e culturale, per riaffermare positivamente il rapporto di fiducia tra medici e cittadini, che impedisca di disperdere in ambito legale risorse importanti”, conclude Lala.

 Sono gli acquisti di beni e servizi la maggiore fonte di spreco del sistema pubblico. Lo sottolinea il segretario nazionale del Sumai, il sindacato degli specialisti ambulatoriali, nella sua relazione al 45esimo congresso dell’associazione di categoria, in corso a Treviso “Come si può tollerare – si chiede Lala – che fiumi di denaro vengano utilizzati per il recupero o l’acquisto di beni immobili o apparecchiature a costi iperbolici, destinati tra l’altro – ed è la cosa più grave – a lievitare per compensare il programmatico ritardo nei pagamenti? Non credo si debba essere esperti in alta finanza per capire che questo è un sistema che crea indebitamento, spreco di denaro e cattivi servizi in una spirale senza fine”.

“Come mai – si domanda ancora Lala – Governi di diverso colore politico, e ancor più esecutivi tecnici di indiscutibili capacità, tanto si preoccupano di tagliare la spesa destinata all’erogazione di assistenza, ma non assumono mai decisioni concrete capaci di controllare questi sprechi? Come mai il rigore tanto invocato si interessa del taglio dei Lea e dei posti letto, ma non dimostra la dovuta attenzione su evidenti e continui sprechi, molto spesso causa di inchieste della magistratura?”. La sanità, ha ricordato il leader sindacale, “non è solo una voce della spesa pubblica, ma anche un forte volano economico, che conta su una filiera lunghissima, che va dalla ricerca alla cura, alla logistica e ai servizi. Una filiera che certamente va controllata per evitare sprechi, ma che attiva una serie infinita di attività professionali e produttive, gran parte delle quali hanno un altissimo contenuto in termini di conoscenza, che moltiplica il valore degli investimenti e le potenzialità di sviluppo”.

Il problema sta “nel rendere la sanità pubblica davvero efficiente e funzionale, perché possa allo stesso tempo dare il massimo delle risposte ai cittadini, offrire il giusto riconoscimento ai professionisti e ridurre gli sprechi. Un risultato che si può ottenere solo se tutti gli attori sono messi in condizioni di lavorare e, contemporaneamente, se tutti gli attori – e quando dico tutti intendo con grande chiarezza anche coloro che amministrano le risorse economiche – sono messi sotto controllo”.

 

SUMAI, norma su generici ostacolo ad azione prescrittiva medici

Roma, 31 lug. (Adnkronos Salute)

“Il Sumai-Assoprof sottoscrive e ribadisce quanto già affermato da altre sigle sindacali e giudica negativamente, anche con le ultime modifiche approntate, l’emendamento sul vincolo di prescrizione del principio attivo”. Lo afferma il segretario nazionale del Sumai-Assoprof, Roberto Lala, riguardo la norma contenuta nel decreto sulla spending review che obbliga i medici ad indicare sulla ricetta il principio attivo.
“Il nostro sindacato – sottolinea in una nota Lala – non ritiene accettabile che in una materia così sensibile come quella che attiene la prescrizione medica si siano prese decisioni senza nemmeno preoccuparsi di attivare un confronto con i professionisti. La misura anche nella sua ultima modifica, rappresenta oltre che un aggravio dei compiti del medico, anche una indiscussa invasione di campo nelle scelte terapeutiche, ponendosi di fatto come un ostacolo all’azione prescrittiva”.
Secondo Lala, “per queste ragioni, insieme a quanto dichiarato da altre organizzazioni sindacali, ribadiamo il nostro dissenso rispetto alla misura e auspichiamo che si possa in tempi brevi ridefinire questa norma che rischia di creare solo disagi a medici e pazienti. Ribadiamo, non vi è nessun pregiudizio rispetto allo sviluppo del farmaco generico, ma non crediamo che questo emendamento vada nella direzione auspicata dai relatori”.

Nuova casella di posta certificata

 La migrazione sul server di ARUBA è terminata.

 Sono sufficienti pochi minuti per attivarla. Indispensabile da parte del titolare di ogni singola casella PEC,  entro e non oltre 15gg, l’invio della copia di un documento di identità  (carta d’identità o passaporto) in corso di validità, per e-mail al seguente indirizzo: attivazionepec@sumaiweb.it o per fax al n.06/23291250.

Per completare l’attivazione, soltanto per chi è già in possesso di una mail sumai pec, basterà cliccare su “e-mail” e poi “attivazione pec”, utilizzando come username l’indirizzo mail certificato (@pec.sumaiweb.it) e la relativa password (attenzione: per chi avesse una password inferiore ai 6 caratteri sarà necessario aggiungere un numero di x tale da arrivare ai 6 caratteri) compilare il form con tutti i dati richiesti e la casella di posta certificata sarà attiva. Dal secondo accesso potrai entrare direttamente nella webmail cliccando su “PEC vai alla web mail”.
La mancanza dell’invio del documento provoca inevitabilmente l’abolizione della casella di posta, in quanto la PEC  certifica l’invio, la ricezione, il contenuto del messaggio ed in primo luogo il Mittente.

Gli iscritti che invece non avessero mai attivato la casella di posta certificata dovranno inviare richiesta compilando il modulo che si trova in allegato per e-mail o per fax (attivazionepec@sumaiweb.it o 06/23291250) completandolo con un documento di identità in corso di validità (carta di identità o passaporto).
A passaggio completato per utilizzare il servizio basterà andare sul sito http://www.sumaiweb.it e semplicemente cliccando su “e-mail” si potrà scegliere se accedere alla casella di posta ordinaria oppure alla certificata (pec).

Scarica il modulo per la richiesta

Le proposte di Cimo, Fimmg, Fimp e Sumai-Assoprof su riordino cure primarie e integrazione ospedale territorio

TAVOLO TECNICO MINISTERO SALUTE SU RIORDINO CURE PRIMARIE E INTEGRAZIONE OSPEDALE – TERRITORIO.

DOCUMENTO CONGIUNTO CIMO – FIMMG – FIMP – SUMAI.

 

La modifica del Titolo V della Costituzione Italiana ha definitivamente conferito alle Regioni le competenze in ambito organizzativo sanitario con uno sviluppo di diversi modelli assistenziali sia a livello territoriale che ospedaliero nell’ambito del territorio nazionale.

Pur rimanendo in capo alla legislazione statale le norme per la formazione e l’attribuzione di funzioni e competenze delle diverse figure professionali, i nuovi modelli organizzativi rischiano di condizionare profondamente i ruoli professionali e i modelli di relazione preesistenti in assenza di una chiara definizione dei primi e, conseguentemente, dei secondi.

Premesso quanto sopra occorre, attraverso strumenti legislativi in capo allo Stato, riaffermare il ruolo del medico quale unico responsabile della diagnosi e terapia dei pazienti e dei processi gestionali che sottendono alle cure, sia nell’ambito ospedaliero che territoriale.

Va pertanto proposta una riflessione circa il ruolo e l’autorevolezza di colui che esercita un atto medico, sia nell’ambito del lavoro di equipe che nel confronto tra attori delle diverse aree sanitarie.

Il ruolo e la conseguente autorevolezza del medico sono al momento confuse: infatti, mentre le conseguenze dell’atto medico sia in sede civilistica che penale anche nel lavoro in gruppo appaiono chiaramente in carico alla responsabilità medica, è meno evidente il ruolo e la conseguente responsabilità nella gestione e governance dell’organizzazione del servizio e anche dei modelli di relazione.

Diviene pertanto premessa indispensabile sia nell’ambito del riordino delle Cure Primarie, sia rispetto ai processi di integrazione Ospedale-Territorio, chiarire legislativamente i rapporti e le relazioni in ordine alla responsabilità e alla governance dei processi in presenza di figure professionali diverse quando queste operano con mandati di opera professionale sullo stesso obiettivo di salute, soprattutto alla luce della evoluzione dell’ assetto formativo e del ruolo delle professioni sanitarie non mediche determinatesi negli ultimi anni.

Il ruolo e la responsabilità nella gestione e governance di progetti complessi di integrazione Ospedale-Territorio, vanno chiariti in sede legislativa, anche in merito ad una valorizzazione confrontabile del ruolo connesso al mandato di opera professionale sia clinico che gestionale in capo ai professionisti medici (ospedalieri e territoriali), indipendentemente dalla loro condizione contrattuale (dipendenza o convenzionamento), allo scopo di rendere necessariamente dialoganti per le competenze di cogestione organizzativa gli ambiti contrattuali ai vari livelli nazionali, regionali e aziendali.

I provvedimenti legislativi e/o contrattuali dovranno, infatti, tenere conto di una valorizzazione del ruolo del singolo professionista, legando il coordinamento, a parità di ruolo, all’ambito in cui si esplicita la funzione del mandato professionale e alle provenienza delle risorse impegnate (Ospedale o Territorio).

Il confronto in atto al tavolo tecnico del Ministero della Salute dovrà essere esteso anche a livello  della contrattazione nazionale e periferica, attraverso l’istituzionalizzazione di tavoli tecnici regionali ed interaziendali,  al fine di garantire che gli indirizzi “centrali” siano condivisi, anche a livello periferico, pur nel rispetto delle autonomie regionali.

Il confronto tra Ospedale e Territorio su tematiche che interessano l’integrazione sia nella fase di pre-ricovero (vedi codici bianchi in PS o tempi medi di attesa per le prestazioni ambulatoriali), sia in fase di dimissione (vedi farmaceutica, assistenza domiciliare, implementazione di DRG per pazienti cronici, ecc.), deve realizzarsi attraverso il dialogo all’interno dei suddetti tavoli tecnici.

In tale contesto l’ambito delle Cure Primarie necessita di un adeguato sviluppo affinchè possa espletare a pieno e con maggior efficacia il proprio ruolo nell’assistenza sanitaria e sociale rivolta a tutti gli individui.  I medici convenzionati svolgono il loro ruolo attraverso la presa in carico ed il governo clinico, a garanzia dell’assistenza sanitaria di base, della continuità delle cure ed integrandosi con il livello specialistico di riferimento.

A tal fine ed affinché le Cure Primarie possano costituire un sistema unitario ed integrato nei confronti dei bisogni sanitari del cittadino e nell’ambito del SSN, è necessario sviluppare il livello organizzativo dei medici convenzionati e prevedere il loro coordinamento professionale.

 A fronte di una accresciuta domanda di salute e del progressivo trasferimento di processi di cure dall’Ospedale al Territorio, la sostenibilità complessiva del SSN necessita di una ulteriore implementazione del Sistema delle Cure Primarie, attraverso lo sviluppo della governance da una parte e dei livelli organizzativi dall’altra. I medici (MMG, PLS, Specialisti ambulatoriali) rafforzano il loro ruolo grazie all’integrazione tra loro e con il setting ospedaliero, concorrono alla definizione e realizzazione dei percorsi assistenziali, garantiscono la continuità dell’ assistenza superando l’attuale frammentazione di interventi in ambiti diversi. In questo contesto deve essere previsto il superamento dell’attività singola del professionista sostituendola con l’inserimento in una effettiva organizzazione funzionale e professionale.

Per rendere possibile e realizzabile il cambiamento auspicato, a parere delle OO.SS. firmatarie del presente documento, è indispensabile confermare il lavoro svolto per le modifiche dell’articolo 8 comma 1 del decreto legislativo 30 dicembre 1992, n. 502, e successive modificazioni, già all’attenzione del Ministero e delle Regioni, che pone le basi per alcuni punti essenziali alla capacità di aumento della ricezione assistenziale del Territorio, anche in chiave di premessa ai processi di integrazione Ospedale-Territorio.

In particolare, quanto definito per:

  • l’aumento della capacità organizzativa, attraverso lo sviluppo del lavoro in gruppo rispetto a quello in solo;
  • la ristrutturazione del compenso, con la separazione del compenso legato al ruolo professionale da quello per l’investimento nei fattori di produzione necessari all’assistenza;
  • l’evoluzione verso ruolo unico e accesso unico alle funzioni della medicina generale, e quindi il superamento dell’attuale separazione delle funzioni (assistenza primaria, continuità assistenziale, medicina dei servizi).
  • Il coordinamento operativo e l’integrazione fra l’attività dei Medici di Medicina Generale in tutte le loro funzioni, dei Pediatri di Famiglia e degli Specialisti ambulatoriali.

Alla luce delle considerazioni su esposte riguardo al riordino delle Cure Primarie e alla integrazione Ospedale-Territorio è necessario prevedere, in coerenza con la valorizzazione del ruolo giuridico del medico convenzionato, la definizione della sua necessaria partecipazione a livello aziendale e distrettuale agli atti di programmazione, coordinamento e verifica delle attività proprie del territorio e di quelle integrate Ospedale- Territorio.

Il Sistema di Emergenza ed Urgenza deve rappresentare la “terza gamba” della sanità italiana, ovvero la “cerniera” tra ospedale e territorio. Il modello organizzativo proposto è l’attivazione di un dipartimento di emergenza che comprende: il 118 (centrale Operativa e Unità Mobile di Soccorso), il Pronto Soccorso (PS), i Punti di Primo Intervento (PPI), la Breve Osservazione (OBI) e la Medicina di Urgenza.

In particolare occorre implementare una Rete di Emergenza secondo un modello HUB & Spoke , il Pronto Soccorso deve prevedere una gestione multidisciplinare dei percorsi clinici prestabiliti con permanenza dei pazienti, non destinati all’OBI, entro un periodo non superiore a 6 ore (fasi di stabilizzazione, primo inquadramento diagnostico-terapeutico, avvio percorso assistenziale), viceversa la permanenza in OBI e/o Medicina di Urgenza non deve superare le 72 ore nell’80% dei casi con livello di intensità di cure di tipo medio-alto.

In questo contesto il medico dell’emergenza urgenza dovrà farsi carico di seguire il percorso assistenziale del paziente dalla richiesta di soccorso, alla stabilizzazione, al primo inquadramento diagnostico, al trattamento dell’emergenza, fino al ricovero nella struttura sanitaria più appropriata. La continuità dell’assistenza tra fase preospedaliera e fase intraospedaliera del paziente critico impone tre esigenze: evitare la “demedicalizzazione” del territorio assicurando che l’Unità Mobile di Soccorso Avanzato (ALS) preveda nel team sempre la presenza del medico, garantire una univocità di ruolo giuridico e contrattuale dei medici operanti nei servizi di emergenza e per il governo delle fasi di transizione definire meccanismi di equiparazione legislativa di ruoli giuridici e contrattuali, attualmente diversi, funzionali alla realizzazione del modello organizzativo proposto a livello regionale, promuovere soluzioni organizzative che favoriscano l’impiego dei medici a rotazione in tutti i servizi del dipartimento.

Formazione: occorre ribadire il principio che rimangono in capo alla legislazione statale ed al livello nazionale di contrattazione le norme per la formazione e la conseguente attribuzione di funzioni e competenze delle diverse figure professionali, al fine di definire in maniera funzionale i ruoli operativi specifici nell’ambito dell’integrazione professionale senza determinare sovrapposizioni, concorrenzialità o utilizzo in funzioni improprie.

Per il medico occorre rivedere il percorso formativo per facilitare l’inserimento nel mondo del lavoro dei giovani medici attraverso il completamento del percorso di studio nelle strutture sanitarie ospedaliere e territoriali, comprese le forme organizzative evolute della medicina generale e della pediatria di famiglia, ad integrazione e perfezionamento del percorso universitario.

In tale ottica si rende possibile una riduzione della durata dei corsi di specializzazione (uniformità alle norme europee) e di formazione specifica (omogeneizzazione dell’offerta formativa post laurea), in modo da mettere a disposizione più rapidamente risorse professionali necessarie alla sostenibilità del sistema.

Per favorire lo sviluppo dei percorsi assistenziali ospedale-territorio occorre garantire la formazione continua dei medici anche attraverso processi formativi integrati che prevedano la partecipazione dei medici dipendenti e dei medici convenzionati. Gli indirizzi regionali e i conseguenti bisogni professionali rappresentati nei tavoli tecnici periferici, prevederanno la definizione del percorso formativo regionale e/o aziendale su tematiche di comune interesse come la farmaceutica, l’assistenza domiciliare, la continuità delle cure, etc.

FIRMATO

Riccardo Cassi            Giacomo Milillo           Giuseppe Mele            Roberto Lala

REVOCATO LO SCIOPERO DEI MEDICI

Il Ministro del lavoro e delle politiche sociali Elsa Fornero, rispondendo alle sollecitazioni sindacali del mondo medico, ha incontrato oggi una delegazione della categoria. Nel corso della riunione il Ministro ha valutato attentamente le argomentazioni espresse in tema di pensioni e le ha considerate meritevoli di approfondimento. Continua a leggere